TripAdvisor può listare un B&B senza consenso del titolare?

Il quesito di oggi arriva da G.G. di Verona e la risposta è affidata alla Dott.ssa Francesca Zuccari DPO at MBS S.r.l.

Quesito

Può una piattaforma come TripAdvisor, listare il Bed and Breakfast SENZA alcun consenso da parte del titolare (persona fisica) che conduce l’attività con una licenza rilasciata alla persona? Può pubblicare presunte recensioni offerte come “genuine e veritiere” quando fanno menzione specifica alle persone che lavorano nella struttura, magari anche diffamandole? Può il titolare far valere i diritti sanciti dal GDPR richiedendo la rimozione di qualsiasi riferimento diretto ed indiretto non solo all’attività ma alla persona titolare (sempre intesa come persona fisica identificata dal Codice fiscale)? Grazie

Risposta

Gentile lettore, il caso in questione è molto interessante in quanto coinvolge diversi aspetti in tema di diritto dell’informazione e privacy in rete. Innanzitutto, partiamo dal fatto che il diritto di critica è garantito dall’articolo 19 della Costituzione. Il fatto che una critica sia negativa non significa che possa essere considerata diffamazione. La diffamazione richiede, infatti, una notizia non vera o manifestata in modo non obiettivo, travalicando il fatto in sé pur di offendere la persona o l’attività altrui. È evidente che un comportamento che andasse oltre i confini della critica possa in certi casi essere ricondotto al reato di diffamazione con aggravante del mezzo di pubblicità (articolo 595 del Codice penale).

La giurisprudenza consolidata ritiene appunto che la critica debba essere argomentata e non pregiudiziale, cioè deve spiegare le ragioni di un giudizio negativo. Le recensioni negative, quindi, sono lecite, se fondate su fatti veri, riscontrati sul posto dagli ospiti. Pertanto, colui che intraprende un’attività commerciale accetta implicitamente il rischio che la clientela non sia soddisfatta dei suoi servizi e che su di essa esprima, quindi, giudizi poco lusinghieri.

Il bilanciamento del diritto a non veder denigrata la propria attività è correlato con il diritto dei fruitori ad esprimere un giudizio su di essa. Analizziamo a questo punto la responsabilità di TripAdvisor, in caso di recensione negativa reputata diffamatoria. Innanzitutto, la direttiva comunitaria sul commercio elettronico stabilisce l’assenza di responsabilità dell’intermediario per gli illeciti commessi dai terzi attraverso la propria piattaforma a condizione però che non abbia esercitato su di essi un controllo (ad esempio non abbia predisposto un sistema di filtro e di approvazione dei post).

Quindi non si può chiamare in causa, almeno in via diretta, il titolare dello spazio web se prima non gli si invia una comunicazione con cui gli si segnala il contenuto negativo e gli si chiede la cancellazione. In ogni caso, dinanzi alla diffida della vittima della recensione negativa, il gestore della piattaforma ha l’obbligo di attivarsi per cancellare il testo pregiudizievole per l’altrui reputazione.

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