I sindacati tutti concordi: ‘Uno strumento che lede la dignità dei lavoratori’. Il sindaco Nogarin: ‘Serve solo a tutelare i cittadini che pagano per avere la città pulita’.
“Noi sindacalisti ci siamo battuti contro l’introduzione del braccialetto elettronico nel magazzino della multinazionale Amazon, figuriamoci se intendiamo accettare che, per svolgere un servizio pubblico, lo utilizzi la ditta che lavora in appalto per una azienda al 100% di proprietà comunale”. Le parole sono di Giovanni Golino, numero uno della Cgil funzione pubblica, ma riassumono bene le posizioni di tutta la trincea sindacale, inclusi gli autonomi del Fiadel.
Pochi giorni fa, di punto in bianco, gli addetti della ditta appaltatrice del servizio di pulizia delle strade di Livorno si sono visti consegnare un braccialetto che, se passato vicino al cestino da svuotare, riceve il “bip” di conferma per segnalare che effettivamente il lavoratore è passato di lì, e dunque quel cestino è stato svuotato. Un po’ come è accaduto con Amazon.
La polemica sull’uso delle tecnologie per controllare da remoto il lavoro stavolta però non riguarda i mega-magazzini del colosso dell’e-commerce bensì il cuore dello stile di governo a Cinque Stelle: nel cuore della Livorno pentastellata del sindaco Filippo Nogarin, proprio con l’ex municipalizzata Aamps che il M5s ha trasformato in una “bandiera” a livello nazionale. Non è perciò un caso se, appena “Il Tirreno” ha raccontato la vicenda, a scendere in campo subito non sono stati né la ditta appaltatrice né l’ex municipalizzata ma il sindaco in persona: ce l’ha messa tutta per smentire l’identificazione fra il caso livornese e quello di Amazon. Anche perché, di fronte al caso della multinazionale americana, il candidato premier M5s Luigi Di Maio era stato uno dei leader politici che più avevano alzato la voce: nel mirino soprattutto quelli che aveva visto come gli effetti del Jobs Act renziano.
Il lettore elettronico dato ai lavoratori che svuotano i cestini della spazzatura a Livorno – dice Nogarin – “non c’entra nulla col braccialetto imposto da Amazon ai propri lavoratori: chi sostiene il contrario dice una bugia e fa un pessimo servizio all’intera città”. Il sindaco livornese segnala che dispositivi simili “sono in uso da tempo a Lucca” dove servono a monitorare lo svuotamento dei bidoncini della raccolta differenziata porta a porta. E quanto all’invasività dello strumento tecnologico, aggiunge tre cose: 1) “non è dotato di Gps e nemmeno misura la produttività”; 2) serve “soltanto a verificare che i nuovi 2500 cestini installati in città vengano svuotati regolarmente”; 3) l’azienda poteva “fornire agli operatori un lettore manuale come quello che si usa per fare la spesa in alcuni supermercati”, ma è stato ritenuto che “uno strumento da polso fosse più comodo”.
Fonte Il Tirreno di Mauro Zucchelli. Leggi l’articolo completo Polemiche roventi sul braccialetto controlla-spazzini – Video
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