I critici dell’ Online harms white paper, la proposta di legge presentata lunedì dal governo britannico per la regolamentazione di Internet, temono che si possa creare un regime di censura in stile nordcoreano.
I critici della politica di regolamentazione di internet, fiore all’occhiello del governo, sottolineano con preoccupazione come quest’ultima potrebbe portare ad un regime di censura in stile nordcoreano, dove le autorità di regolamentazione decidono quali siti web i cittadini britannici possono visitare.
La proposta di legge presentata lunedì scorso nell’ online harms white paper riguarda qualsiasi sito web che “consente agli utenti di condividere o scoprire i contenuti generati dagli utenti, o di interagire tra loro online”, una definizione che potenzialmente comprende vaste aree di internet.
Oltre alle aziende di social media e ai forum di discussione, qualsiasi sito con sezioni di commento, recensioni di crowdsourcing o pagine di profilo utente individuale rientra in questa definizione, dai siti di notizie online ai negozi di videogiochi.
Il regolamento impone un dovere di diligenza ai siti interessati, ritenendoli responsabili nel limitare “comportamenti dannosi ma non necessariamente illegali”. Un sito che non adempie al proprio dovere di diligenza potrebbe essere multato, i suoi dirigenti potrebbero essere ritenuti penalmente responsabili o l’autorità di regolamentazione potrebbe chiedere il blocco totale del sito.
Le norme proposte e la creazione di un’autorità di regolamentazione per la loro applicazione fanno parte di un’ampia serie di raccomandazioni che cercano di affrontare la diffusione su Internet di materiale relativo al terrorismo, agli abusi sui minori, alle autolesionismo e al suicidio.
Il White Paper, presentato lunedì scorso, è il risultato delle crescenti pressioni esercitate sul governo affinché prenda provvedimenti dopo la morte dell’adolescente Molly Russell, il cui padre ritiene che la visione di immagini di autolesionismo sui social media sia stata una delle cause del suo suicidio.
Tuttavia, i critici di questa politica rispondono che la proposta di legge potrebbe d’altro canto minacciare la libertà di parola. Jim Killock, direttore esecutivo di Open Rights Group, ha detto: “Le proposte del governo arriverebbero a regolamentare la libertà di parola di milioni di cittadini britannici. Dobbiamo aspettarci che il dovere di diligenza finisca per provocare serie implicazioni per i contenuti legali ritenuti potenzialmente rischiosi, sia che lo siano davvero sia che non lo siano”.
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