Tutti i provvedimenti e le sanzioni effettuate nel 2016 da parte del Garante Privacy nel 2016.
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici, Licia Califano, ha presentato, alla Camera dei Deputati, la Relazione sull’attività svolta nel 2016 e sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy.
Ecco nel dettaglio l’operato dell’Autorità nel 2016.
Il crimine informatico e la cybersicurezza; la profilazione on line e i social media; i rischi della Rete e il cyberbullismo; la lotta al terrorismo e la sorveglianza di massa; i Big Data; l’uso delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro; la trasparenza della Pa on line e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela della riservatezza dei contribuenti; il telemarketing; le intercettazioni e la protezione dei dati contenuti negli atti processuali; la tutela dei minori da parte dei media; i diritti dei consumatori; le grandi banche dati pubbliche; il mondo della scuola; il diritto all’oblio; le garanzie per il trasferimento dei dati negli Usa; la sanità: sono stati questi alcuni dei principali campi di intervento del Garante nel 2016.
E’ proseguito il lavoro svolto per assicurare la protezione dei dati on line, a partire dai grandi motori di ricerca e dai social network. Nel 2016 Google ha adempiuto, sulla base del protocollo sottoscritto con il Garante, agli impegni presi per rendere conforme il trattamento dei dati degli utenti alla normativa italiana. A Facebook l’Autorità ha imposto di bloccare i falsi profili (i cosiddetti fake) e di assicurare più trasparenza e controllo agli utenti.
Sempre sul fronte di Internet, il Garante ha partecipato ad un’indagine internazionale sulle problematiche poste dall’ Intenet delle cose, concentrando la sua analisi soprattutto sulla domotica. E ha vietato la realizzazione di un progetto che affidava ad un algoritmo la misurazione della reputazione delle persone.
Il 2016 ha visto il Garante impegnato nella illustrazione delle importanti novità introdotte dal nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati e, insieme alle altre Autorità Ue, ha partecipato alla elaborazione di linee guida (sul Responsabile della protezione dei dati, sulla portabilità dei dati, sull’Autorità di controllo capofila, e sulla valutazione di impatto) in vista della sua applicazione nel nostro Paese.
Sono stati definiti i criteri per coniugare memoria collettiva e dignità della persona nei casi di esercizio del diritto all’oblio su Internet. E’ stato inoltre ulteriormente rafforzato il diritto delle persone a vedere aggiornati gli archivi giornalistici on line.
Riguardo alla cybersecurity, l’Autorità ha proseguito anche nel 2016 l’attività di vigilanza procedendo sia d’ufficio che in seguito a specifiche segnalazioni o comunicazioni relative a violazioni di dati personali (data breach). Quelle inviate da soggetti pubblici sono state 15.
Nel settore privato il 2016 vede confermata la tendenza rilevata nell’anno precedente: sono state infatti 43 le comunicazioni di violazioni pervenute da parte dei più importanti fornitori di servizi di comunicazione elettronica stabiliti sul territorio nazionale.
Nel settore della sanità, il Garante è intervenuto per regolamentare l’uso delle impronte digitali per controllare gli accessi nelle strutture ospedaliere. E sempre in ambito sanitario ha dato indicazioni sul registro dei tumori, sul nuovo sistema informativo dei trapianti, sulla procreazione assistita.
Sul fronte della scuola ha pubblicato una guida per aiutare studenti, famiglie, professori e la stessa amministrazione scolastica a muoversi agevolmente nel mondo della protezione dei dati. Ha dato via libera alla consultazione da parte dell’università dell’anagrafe nazionale degli studenti.
Nel mondo del lavoro il Garante ha fissato le regole per l’uso delle nuove tecnologie dopo l’introduzione del Jobs Act.
In materia di trasparenza on line della Pa il Garante ha richiamato il Governo alla necessità di contemperare obblighi di pubblicità degli atti e dignità delle persone. E ha bloccato in alcuni casi la diffusione on line di dati sensibili delle persone.
Una particolare azione è stata intrapresa per aumentare il livello di sicurezza della Pa digitale e per rafforzare le garanzie per i cittadini nell’attuazione dello Spid.
Per quanto riguarda la fiscalità e l’adozione del 730 precompilato, il Garante è intervenuto per garantire maggiore sicurezza nell’accesso degli intermediari e definire i tempi di conservazione dei dati.
Particolare impegno è stato rivolto anche nel 2016 alla messa in sicurezza delle grandi banche dati pubbliche, prima fra tutte quella dell’Anagrafe tributaria.
Nel 2016 è entrato in vigore il Codice sulle informazioni commerciali adottato dal Garante per conciliare esigenze delle imprese e corretto uso dei dati sull’affidabilità di imprenditori e manager.
L’Autorità ha pubblicato un vademecum sulle corrette procedure da adottare nel settore del recupero crediti.
Ha dedicato interventi sull’uso sempre più diffuso delle biometrie e delle tecniche di profilazione dei clienti in diversi settori economici.
E’ proseguito l’impegno per evitare l’invasività del cosiddetto telemarketing selvaggio, un fenomeno che non tende purtroppo a diminuire. Il Garante ha accertato rilevanti illeciti da parte di società di telefonia, ha svolto ispezioni presso alcuni call center albanesi e ha suggerito al legislatore modifiche normative per rafforzare le garanzie dei cittadini.
Un capitolo importante ha riguardato il rapporto tra privacy e diritto di cronaca, con particolare riguardo alla tutela dei minori.
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