Facebook lancia Messenger Kids. Ma la tutela dei minori?

Facebook lancia negli USA una versione per bambini di Messenger. In questo modo abbatte un altro muro: il divieto ai minori di anni 13 di iscriversi ad un servizio simile.

Ogni volta che un colosso del mondo digitale annuncia un progetto «per i bambini», istintivamente siamo portati, se non a gioire, almeno a tirare un respiro di sollievo. Anche i meno tecnologici tra noi hanno infatti capito che ormai web e social sono parte delle nostra vita. E l’idea che qualcuno crei una sorta di ‘area protetta’ per i nostri figli, non può che farci piacere. Le cose però sono molto più complicate di come appaiono. L’annuncio secondo cui Facebook ha creato Messenger Kids, una versione semplificata di Facebook Messenger destinata ai minori di 13 anni (che permette di chattare e inviare foto e video come WhatsApp), dovrebbe farci riflettere su due punti. Il primo: dopo la polemica sulle fake news e l’odio online, Facebook sta facendo di tutto per apparire un social ‘buono’ e utile. Secondo punto: i colossi del web vogliono a tutti i costi il pubblico dei bambini.

Perché sono il futuro. Perché già oggi è facile trasformarli in consumatori ‘bisognosi’ di giocattoli e regali. Perché producono fatturato. Perché sono una risorsa molto preziosa. Per i bambini, poi, le tecnologie sono strumenti quotidiani che vedono già alla nascita. Qualcosa quindi di perfettamente normale. Con tutti i vantaggi e i pericoli che questo comporta. E poi ci sono i genitori (gran parte di noi). Tanto preoccupati quanto (spesso) tecnologicamente arretrati. Adulti che sognano che un algoritmo, un’app, uno strumento, un ‘qualcosa’ crei un’area protetta per i bambini e ci faccia dormire sonni tranquilli.

Per questo sono nati YouTube Kids, Kiddle (una sorta di Google per i bambini) e Family Link di Google, che avrebbe dovuto permettere ai genitori di controllare meglio i figli online. Per questo, già da anni Facebook ha persino pensato a un social per bambini, depositando un brevetto per una specie di sistema di ‘controllo’ che permetta la sorveglianza del profilo del proprio figlio da parte dei genitori. Per questo ora arriva Messenger Kids, «a cui i bambini si possono iscrivere con l’account dei genitori, così saranno mamma e papà ad autorizzarne l’uso e a decidere con quali contatti i figli potranno scambiare messaggi e lanciare videochat, anche di gruppo. La chat non prevede pubblicità, né la possibilità di fare acquisti e nemmeno la possibilità di far sparire i messaggi o nasconderli nel caso in cui i genitori volessero controllarli».

Leggi l’articolo originale Messenger Kids. Il social per bambini che illude i genitori

Fonte: Avvenire.it | di Gigio Rancilio

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