L’inchiesta dell’Antitrust nei confronti di Enel per abuso di posizione dominante è arrivata all’epilogo con una sanzione di 93 milioni di euro. Ad essa si affianca una stangata di 16 milioni per lo stesso motivo ad Acea.
L’ex azienda pubblica di energia elettrica ha utilizzato dati personali e consensi per la privacy raccolti nel settore di servizio pubblico di maggior tutela per acquisire clienti nel ramo mercato libero. Per legge, invece, i due rami sono stati separati come società indipendenti e non possono comportarsi nel passaggio delle informazioni strategiche, come i dati personali dei clienti, come se fossero rami della stessa società. Una misura necessaria a favorire la libera concorrenza in vista dell’eliminazione del servizio a maggior tutela per il 1 luglio 2020.
L’istruttoria ha accertato che sia Enel -almeno a partire dal gennaio 2012 e almeno fino al maggio 2017-, sia Acea -almeno dal 2014 e fino a tutto il 2017- hanno raccolto i consensi privacy dei clienti serviti in maggior tutela ad essere contattati a scopo commerciale e hanno poi utilizzato tali liste “consensate” per formulare agli stessi clienti tutelati offerte mirate, volte a far stipulare loro un contratto sul mercato libero. “Poiché – aggiunge l’Antitrust – nessuno dei concorrenti è in grado di replicare -nelle aree in cui i due gruppi svolgono in esclusiva il servizio di maggior tutela- la descritta operazione, essa risulta illegittima e idonea ad amplificare artificialmente il vantaggio concorrenziale di cui tali gruppi già godono per motivi storico/regolamentari e legati alle caratteristiche della domanda”.
Le due associazioni Konsumer Italia e Codacons, che avevano richiesto all’Antitrust di intervenire proprio su questo tema, alla notizia dell’inchiesta resa nota dal Salvagente avevano commentato: “Se accertati i comportamenti illegittimi utilizzati dall’ex monopolista, ci sembra doveroso pensare ad una dirigenza diversa dall’attuale che sappia procedere verso il 2020 con trasparenza e lealtà verso consumatori e competitor”. Le due associazioni si sono rivolte anche al governo, chiedendogli di avviare una riflessione profonda sulla liberalizzazione, “che fino ad oggi nei continui rinvii potrebbe aver avvantaggiato Enel grazie allo scambio dei dati”, mentre oggi, grazie alla proroga del termine di esistenza della maggior tutela al 2020, l’esecutivo “può permettere di rivederne i meccanismi aggiungendo quei paletti di salvaguardia del mercato che mancano”. Nell’attuale situazione – sostengono Konsumer e Codacons – il prezzo che pagherebbero consumatori e piccole imprese sarebbe insostenibile determinando il ricorso a morosità e distacchi che solo il Governo può evitare ricorrendo ai correttivi.
Leggi l’articolo su Il Salvagente.it
Alcune delle foto presenti su Privacyitalia.eu potrebbero essere state prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, lo possono segnalare via email alla redazione che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.
© 2017-2018 Associazione Privacy Italia - C.F. 91039930192 - P. Iva 01685370197 - Informativa Privacy
Con il sostegno di: