Soltanto il mese scorso, ben 145 milioni di americani hanno scoperto di essere stati vittime di una delle maggiori violazioni di dati personali nella storia dopo che l’agenzia di rating di credito Equifax è stata attaccata.
I dati sottratti agli utenti includono numeri di previdenza sociale, date di nascita, numeri telefonici e, in alcuni casi, patenti di guida e numeri di carta di credito; come conseguenza le vittime sono state esposte a furti di identità e frode.
Mentre da un lato le aziende sono oggi più capaci che mai di profilare di individui, dall’altro quasi ogni settimana c’è notizia di un hackeraggio di dati.
Dobbiamo pensare che l’età della privacy personale sia finita?
“La tecnologia ha creato enormi comodità, ma non c’è ragione per cui queste comodità debbano inevitabilmente venire a costo di rinunciare alla nostra privacy”, afferma Ben Wizner, dell’Unione americana delle libertà di libertà, principale consulente legale di Edward Snowdon.
Wizner afferma che le persone dovrebbero essere in grado di controllare le informazioni detenute su di loro sia nei database dei colossi del web che in quelli che le condividono.
“Al giorno d’oggi è, tecnologicamente e finanziariamente, fattibile per le corporazioni e i governi di raccogliere e archiviare registrazioni di quasi tutte le nostre attività, record che non avrebbero mai potuto avere in passato”, ha detto Wizner.
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Fonte:
BBC | di Tech desk