Abbiamo analizzato il funzionamento del sistema di tracciamento dei contagi messo a punto da Apple e Google. Ecco come funzionerà, come verranno aggiornati gli smartphone e chi gestirà i dati.
Venerdì scorso Apple e Google hanno annunciato che lavoreranno insieme per creare un sistema di tracciamento che sia inter-operabile tra dispositivi, facilitando quindi il lavoro di chi sta già sviluppando applicazioni di contact tracing e capace di valicare i confini delle singole nazioni.
Si tratta – come avevamo scritto – di un sistema che si svilupperà su due diversi fasi. Ci siamo presi il tempo per leggere la documentazione tecnica e i whitepaper che Apple e Google hanno rilasciato per capire un po’ più nel dettaglio come funzionerà il sistema.
Ecco quindi in questo articolo tutto quello che bisogna sapere: come verrà gestito, su che smartphone andrà, come vengono anonimizzati i dati e come verranno raccolti.
Siamo davanti ad un sistema di sorveglianza?
Abbiamo messo questa domanda per prima perché, da venerdì, sta crescendo la fazione dei “no-trax”, persone contrarie a prescindere all’uso della tecnologia per tracciare il contagio. Secondo molti la tecnologia può essere usata per creare un sistema di sorveglianza di massa. La risposta a questa domanda non esiste: da una parte è vero, un sistema di tracciamento è un sistema di sorveglianza di massa, ma il modo in cui Apple e Google lo hanno studiato lo rende decisamente anonimo e quasi impossibile da collegare ai singoli individui. Per chi ancora non avesse capito come funziona, e non vuole addentrarsi nelle questioni più tecniche, abbiamo pubblicato una storia a disegni che spiega tutto nel dettaglio….
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Fonte:
Dday.it | di Roberto Pezzali